sabato 10 novembre 2012

Da Venezia parte la Lega Adriatica per la tutela delle coste e dell'ambiente

9 novembre - Un momento della Conferenza di Venezia
Una Lega Adriatica nel nome della salvaguardia del mare e dell’ambiente contro le multinazionali del petrolio che, invece, vorrebbero trasformare l’Adriatico e lo Ionio in zone di prospettazione e (possibilmente) di estrazione petrolifera. Sono 70, infatti, le richieste di autorizzazione alla prospettazione di idrocarburi attualmente al vaglio del Ministero dell’Ambiente, considerando soltanto il Mare Adriatico. 
Dall’altro lato c’è la quasi totalità della classe politica locale, apertamente schierata contro le prospettazioni in tratti di mare anche adiacenti la costa, soprattutto in tratti di mare ad altissima vocazione turistica in luoghi che hanno fatto del turismo la principale, e spesso l’unica, attrattiva economica. 
A fondare la Lega Adriatica sono state Puglia, Molise, Abruzzo, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Montenegro. 
Il dibattito in Puglia riguardante le possibili nuove autorizzazioni alla prospettazione, e più in generale la politica energetica del governo, ha visto scendere in piazza ampie fette dell’opinione pubblica in difesa della tutela del nostro mare ed in favore delle associazioni e dei movimenti, anche spontanei, che si oppongono a queste autorizzazioni. 
A parlare è il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini. 
“Con la strategia energetica nazionale in discussione che riapre la strada alla ricerca ed estrazione di idrocarburi in Italia, si sta operando una scelta insensata. Le ultime stime del ministero dello Sviluppo economico valutano nei nostri fondali marini la presenza di 10,3 milioni di tonnellate di che, stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane. Anche attingendo al petrolio presente nel sottosuolo, concentrato il totale delle riserve nel Paese verrebbe consumato in 13 mesi. Il gioco non vale la candela”. 
Chi ha mostrato commenti entusiastici è il promotore della conferenza che si è svolta l’altro giorno a Venezia, il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna. 
“C’è forte e chiaro il grudo contro politiche di corto respiro in materia di energia. È chiaro che, essendosi espressi i cittadini contro il nucleare, bisogna puntare forte, in maniera radicale e con coraggio su contenimento dei consumi, energie rinnovabili, politiche sulla mobilità”. 
Silvia Russo, Lorenzo Nicastro ed Onofrio Introna a Venezia
“Se qualcuno crede che rimarremo immobili dinanzi alla corsa al dominio sui nostri mari attraverso la coltivazione degli idrocarburi, ci ha sottovalutati". Così l'Assessore regionale alla Qualità dell'Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro.
"Sono persuaso che su tematiche così delicate il principio di precauzione sia essenziale rispetto al fatto che l'accresciuta sensibilità sociale ai temi ambientali determina attese maggiori rispetto al passato. Cercare di prevedere le ripercussioni di scelte compiute qui ed oggi sui prossimi vent'anni è una responsabilità precisa di chi amministra. Per questo siamo fermi sul punto”.
“Il grido d'allarme lanciato dai cittadini e fatto proprio dalle istituzioni locali e regionali, deve trovare ascolto e atteggiamenti conseguenti a livello nazionale, europeo ed internazionale, con una iniziativa legislativa che interessi la macro area del Mediterraneo: la vocazione turistica di questa area, le attività di pesca, le ricchezze espresse dalla natura in termini di biodiversità e prodotti agroalimentari hanno bisogno di una forte tutela che scongiuri una volta per tutte – conclude l'Assessore pugliese – il rischio di una invasione, circa 70 in totale le richieste in tutto il bacino, di piattaforme petrolifere”.
A Venezia c’era anche il Comitato “No Petrolio, Si Energie Rinnovabili” di Monopoli, a nome dell’ampio e variegato mondo delle Associazioni, dei Comitati e dei Movimenti che, soprattutto negli ultimi tre anni, hanno mobilitato la Puglia intera a salvaguardia e tutela del suo territorio e del suo mare. 
“Dagli inizi del 2010 – conferma Silvia Russo, portavoce del Comitato monopolitano - ecine di migliaia di cittadini pugliesi, in diverse piazze e svariate circostanze, hanno manifestato il No definitivo e assoluto a ogni imposizione statale sull’installazione di piattaforme petrolifere offshore nell’Adriatico e nello Ionio”. 
Il Comitato durante il suo intervento ha ribadito, ancora una volta, le ragioni di un rifiuto fermo e netto, basato sulla realtà ambientale di un mare chiuso e poco profondo, già fortemente compromesso, e sulla valorizzazione e la tutela del territorio quale fonte primaria di tutte le economie locali adriatiche. “Un No basato sulle scelte energetiche avviate da molte Regioni – spiega Russo - sempre più orientate alle fonti rinnovabili e al superamento del modello di sviluppo anacronistico di sfruttamento delle fonti fossili”. 
“La presenza oggi alla Conferenza del Movimento No Petrolio, Sì Rinnovabili – ci tiene a sottolineare Silvia Russo - è dovuta all’eccezionale sinergia e al rapporto di fiducia costruttivi che si sono venuti a creare in Puglia tra società civile e istituzioni, Presidente Introna e intero Consiglio regionale. Un’intesa che si va estendendo a macchia d’olio alle Regioni sensibili d’Italia e che sta suscitando apertura e attenzione in altri Paesi adriatici, alcuni presenti in questa sede”. 
“Tale convergente sensibilità ambientale, riveniente dai territori, insieme ai moderni modelli di sviluppo perseguiti dalle istituzioni regionali, spinge ad avere una voce sola nel reclamare una posizione chiara e ufficiale da parte delle Segreterie nazionali dei Partiti politici”. 
“Solo – conclude - una rinnovata capacità delle Forze politiche nazionali ed europee di farsi portatrici di progetti risolutivi delle istanze dei singoli territori, potrà garantire all’Area adriatica una prospettiva autentica di futuro, di benessere e di pace”.
di Eliona Cela

Ecco, di seguito, l'ordine del giorno approvato a Venezia

Ordine del giorno
conferenza internazionale delle regioni adriatiche e ioniche 
Venezia 9 novembre 2012


“Salvaguardia delle coste delle regioni del Mar Mediterraneo dall’estrazione di idrocarburi in mare”

considerato l’ordine del giorno della Conferenza del 20 settembre 2012;

considerato che ad oggi le Assemblee delle Regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Veneto hanno approvato alla unanimità una proposta di legge al Parlamento ai sensi dell’art.121 della Costituzione ai fini del divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nel mare adriatico;

considerato anche l’impegno delle altre Regioni che a tale proposito con progetti di legge in itinere presso le competenti Commissioni consiliari;

vista la proposta della Commissione europea del gennaio 2011che invita l’Unione ad aderire al “protocollo offshore” della Convenzione di Barcellona, per la protezione dell’ambiente marino e del mediterraneo, che impone una serie di condizioni da soddisfare prima che sia consentito l’avvio delle attività di esplorazione nel sottosuolo marino a causa della sua configurazione semichiusa e della notevole sismicità dei relativi territori;

Le Assemblee delle Regioni e delle Province autonome riunite a Venezia il 9 novembre 2012 e promotrici della conferenza internazionale delle regioni adriatiche e ioniche

invitano
 il Parlamento ed il governo italiano a:

sostenere la ratifica del protocollo “offshore” – che impone una serie di condizioni da soddisfare prima che sia consentito l’avvio delle attività - da parte dell’Unione europea ed a sostenere le proposte legislative della Commissione circa il regolamento sulla sicurezza offshore proposte dalla Commissione (IP/11/1260 e MEMO/11/740) al fine di regolamentare le attività estrattive e di esplorazione degli idrocarburi liquidi nel Mar Mediterraneo;

promuovere con i Paesi dell’Unione e non che si affacciano sul mare Adriatico e Ionio ogni utile attività di cooperazione interistituzionale che porti nel breve periodo alla firma di un protocollo di Intesa per una regolamentazione comune delle attività estrattive e di esplorazione degli idrocarburi liquidi al fine di proteggere l’ambiente marino e costiero;
in particolar modo per quanto attiene ad una disciplina comune dell’utilizzo e dello smaltimento di sostanze pericolose per la sicurezza, i piani di emergenza ed il monitoraggio della stabilità del suolo che ricadrebbero esclusivamente a livello di costo sugli Enti locali senza alcun onore a carico delle aziende impegnate nelle attività estrattive;

sollecitare lo IAI (iniziativa adriatico-ionica) ad avviare le attività conoscitive per individuare la reale portata e significativa dei sistemi di monitoraggio dell’ambiente marino e di risposta alle emergente.

rivedere il piano energetico nazionale nella parte concernente la deregolamentazione in merito alle attività estrattive di idrocarburi, attivando un confronto con le Regioni;


impegnano

i Presidenti, le Giunte Regionali e gli assessori all’Ambiente ad azioni al fine di concorrere agli obiettivi di cui in premessa ed a concorrere al miglioramento della governance del piano energetico nazionale al fine di promuovere i territori come potenziali sorgenti di sviluppo energetico sostenibile e non come terminali di sfruttamento di attività estrattive conciliando così, in modo coerente, politiche di sviluppo energetico, ambientale, climatico ed economico.


le Assemblee delle Regioni e delle Province autonome presenti alla Conferenza internazionale di Venezia

si impegnano

a promuovere presso la Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome un’azione istituzionale al fine di attivare il comma 2 dell’art.138 della Costituzione per sottoporre a referendum l’abrogazione dell’art 35 del dl 22 giugno 2012 n.83 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012 n.134 in materia di ricerca estrazione di idrocarburi-

inoltre


i soggetti istituzionali presenti alla conferenza di Venezia del 9 novembre 2012
“Salvaguardia delle coste delle regioni del mar mediterraneo dall’estrazione di idrocarburi in mare”

condividendo le considerazioni e motivazioni espresse in premessa, condividono la necessità di attivare un Tavolo di confronto e approfondimento tra tutti i soggetti istituzionali delle Regioni e dei Paesi. che si affacciano sull’Adriatico che definisca principi e regole comuni al fine di contemperare  le attività di sviluppo energetico, ambientale, climatico ed economico.


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