giovedì 18 ottobre 2012

Smau 2012: Bevilacqua (Cisco) – Digitale, “fatta l’Italia bisogna fare i cittadini” accompagnando lo sviluppo delle infrastrutture con la diffusione di cultura

David Bevilacqua, v. president south europe Cisco System
“E’ necessario ampliare la prospettiva da cui affrontiamo il tema delle Smart City. Si tratta di creare comunità intelligenti e interconnesse che non coincidono con i confini amministrativi di una città, perché il loro perno sono i cittadini: cittadini che si muovono, lavorano, apprendono in un mondo ormai senza confini. Per questo stesso motivo, non possiamo pensare di creare una città smart senza preoccuparci di creare cittadini “smart”, che abbiamo a disposizione strumenti, competenze e opportunità di contribuire in modo diretto con le proprie idee e progetti al rinnovamento. La città digitale è una rete di persone, non di dispositivi, in cui la tecnologia – per quanto pervasiva e complessa – deve essere una piattaforma operativa “invisibile” che permetta di creare nuove opportunità nel modo più semplice ed efficace, e di migliorare nel concreto la qualità della vita”
Questo il punto di vista di David Bevilacqua, Vice President South Europe di Cisco Systems, che è intervenuto a Milano allo SMAU 2012.
Secondo Bevilacqua, inoltre, è necessario inquadrare le singole iniziative “smart” avviate nelle nostre città nel contesto di uno scenario nazionale e internazionale, in una relazione aperta che permetta di cogliere le migliori opportunità, ovunque esse nascano.
“La previsione fra le iniziative per l’Agenda Digitale di una piattaforma nazionale delle comunità intelligenti, che delinea strategie e obiettivi ed intende diventare punto di accesso a risorse ed esperienze da condividere, va certamente in questa direzione. Senza la creazione di una cultura digitale diffusa, però, mancheranno le condizioni per coinvolgere “dal basso” la più vasta comunità possibile” ha spiegato.
Di fatto, il punto di partenza per la rivoluzione “smart” è un intreccio indissolubile di sviluppo tecnologico e culturale per il nostro Paese.
“Una smart community richiede la disponibilità di una Rete che supporti servizi e innovazione: una “quarta utility” indispensabile, da creare investendo in infrastrutture a prescindere da tradizionali considerazioni di mercato” ha detto Bevilacqua. “Per creare le autostrade non abbiamo atteso che ci fossero decine di milioni di macchine, né ci siamo posti il problema di quanto avrebbero reso. Erano necessarie, ed era evidente che avrebbero creato un ritorno per l’economia. La correlazione fra sviluppo delle Reti e sviluppo economico è ormai assodata: dovrebbe bastare questo a convincerci della necessità di fare in modo che nel nostro Paese non esistano più zone e cittadini condannati al digital divide.
“Il recente Decreto Crescita 2.0 dimostra che il Governo ha compreso che la digitalizzazione del nostro paese dipende sia dalla disponibilità di tecnologia sia dalla diffusione di conoscenza sul suo utilizzo” ha concluso Bevilacqua. “Si tratta di un primo importante passo, ma c’è ancora molto da fare. Perché il processo di digitalizzazione abbia successo va accompagnato con un’azione diretta, che crei a livello individuale e collettivo una cultura digitale e prosegua nel tempo, facendo diventare l’Agenda Digitale parte del DNA del nostro Paese per sempre”.

                                                                                                                                 di Alessia Colaianni

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